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GIUSY CAROZZA

P R O F I L E

 

La mia curiosità e la mia inclinazione naturale a misurarmi continuamente con nuove sfide, mi hanno spinto ad un certo punto della mia vita ad operare un taglio netto con ciò che ritenevo un limite alla mia crescita personale e professionale. Il  desiderio di comprendere appieno le correnti interne, talvolta manifeste e irrequiete talvolta latenti, che originano il “fenomeno moda”, mi hanno spinto a lasciare temporaneamente la mia attività sartoriale per addentrarmi nella comprensione dei suoi meccanismi e ricercare una mia personale idea di moda.

Nel 2010 intraprendo il mio percorso di studi presso la facoltà di Architettura “Luigi Vanvitelli”, dove inizia la mia formazione come fashion designer prima ed eco-fashion designer successivamente.

Dopo aver azzerato tutte quelle che erano le mie convinzioni fino a quel momento acquisite, legate ad una visione troppo individualista e subordinata di stile, mi apro ad apprendere un nuovo modus operandi secondo i principi del design. Della mia formazione artigianale conservo le competenze tecniche del taglio e del cucito e l’attenzione quasi maniacale per il dettaglio e i materiali.

Così come avviene per la realizzazione di un capo ritengo che “Nulla di bello si potrà mai costruire che non sia preceduto da un taglio!”. La mia idea di moda ne è uscita completamente modificata, portandomi a ripensarla secondo canoni completamente nuovi, immaginandola come un elemento della natura.

 

FASHION OUT OF WASTE

Letteralmente “la moda fuori dall’inquinamento”, è un “Abito Manifesto” che dichiara l’urgenza di attuare  un cambio di paradigma nel processo creativo del fashion system, dal modello “CRADLE to GRAVE” (dalla culla alla tomba), ad  un approccio di sistemi “CRADLE to CRADLE” (dalla culla alla culla) per promuovere un processo di produzione, distribuzione e dismissione a ciclo chiuso, ispirato al “ciclo naturale della vita”. Seguendo questa ideologia ho ripensato il capo in termini di “vita vegetale”, nel quale ogni elemento presente in natura finisce il suo ciclo di vita, muore, ma non esaurisce mai la sua “mission“ e partecipa al meccanismo della natura per contribuire a generare nuova vita. E’ la visione olistica del Manifesto.

Il capo, non più inteso come un rifiuto da smaltire a fine vita, è parte dell’ecosistema e rientra nel ciclo naturale della vita a completamento della sua funzione utilizzando materiali in grado di rigenerarsi.

Il “cradle to cradle dress” esprime l’urgenza di “ricreare una connessione con la terra” e con i materiali naturali, dai quali ormai siamo quasi completamente disconnessi.

L’impermeabile in Mater-Bi, utilizza al posto del PVC una plastica vegetale a base di amido di mais, come accessori utilizza i bottoni in cellulosa YKK, in linea con il concept sono anch’essi biodegradabili, e si propone come una soluzione alle grandi quantità di rifiuti sintetici spesso create da capi plastici a fine vita.  E’ biodegradabile al 100 % e contiene al suo interno, insacchettati e chiusi ermeticamente, piccoli semi collocati seguendo una precisa grafica. Il seme come risorsa e origine di nuova vita è l’elemento chiave della progettazione del capo. Una volta dismesso il capo e posto a contatto con il terreno, i semi si risvegliano dal loro stato di latenza e si trasformano in nuova vita. Il Mater-Bi mentre si decompone rilascia i semi e diviene fertilizzante per essi, contribuendo così alla nascita di nuova vita. In questo modo, il capo ritorna ad essere nutrimento per nuove materie prime e il ciclo ricomincia. JUST LIKE YOU!