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GIULIA BARBIERI

“Look Over” parte dal “Prada Mode”, un club itinerante che di anno in anno cambia città, dove artisti, scrittori e designer si trovano per confrontarsi in maniera creativa su temi e problemi di rilevanza globale, ad esempio come integrare popoli diversi con talk, arte, musica e teatro. Far coesistere una pluralità culturale che è stata possibile in passato e che potrebbe esserlo ancora è il mio obiettivo. Analizzando la storia, la mia attenzione è caduta sulla Harlem dei primi del ‘900, che ha dato vita all’Harlem Renaissance, un movimento artistico-culturale di afroamericani che chiedevano la parità con i bianchi. Qui è nato il jazz, i primi scrittori neri, i primi artisti di colore. Siamo nell’era del proibizionismo e quindi degli speakeasy, i luoghi proibiti, dove si poteva comprare alcol illegalmente e ascoltare jazz, la musica del diavolo, con le flappers, stravaganti ballerine che inondavano la sala.
Harlem è sempre stata la culla della diversità e ospitalità: in primis con gli olandesi, poi gli inglesi e infine gli ebrei che hanno lasciato il posto ai neri.
L’obiettivo non era omologare, piuttosto includere un’ampia varietà di elementi e stili culturali, unire la cultura di elite alla vita e cultura di strada passando dalle forme di musica come il blues e il jazz, a forme letterarie sperimentali come il modernismo e la poesia jazz. L’elemento artistico è stato per Harlem e i suoi abitanti espressione di “diversità”.
Ecco cosa rappresenta LOOK OVER: identità umana; rispetto per l’ambiente; valorizzazione dell’artigianato; riguardo per le nuove tecnologie; libertà e unicità. Un mix e match di tessuti e fantasie dove i check svolgono il ruolo principale. Come già spiegato l’idea è venuta unendo gran parte delle mie passioni e la scintilla è scattata quando ho scoperto il Prada mode che ha un approccio innovativo riguardo alle problematiche che vengono affrontate, oltre al fatto che la sera diventa uno degli ambienti più stravaganti mai visti.