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JACOPO COCCI

Biografia 

Nato ad Ancona nel 2000, Jacopo Cocci si è formato presso l’Accademia Costume & Moda di Roma. La sua ricerca intreccia moda, arte e costume, esplorando la tensione tra fragilità e identità. Ispirato dall’immaginario giapponese e dalle tecniche artigianali, costruisce un linguaggio visivo che unisce heritage e contemporaneità.

Concept

Yōzo nasce come una confessione, un ritratto frammentato in cui tutti possiamo riconoscerci. È un racconto di alienazione, dove la fragilità non è una debolezza, ma una forma di resistenza silenziosa. La collezione non cerca di appropriarsi delle immagini, delle caratteristiche, dello stile o della cultura del protagonista del romanzo Lo squalificato di Dazai Osamu. Desidera, invece, ascoltarlo. Creare una connessione d’animo. Comprendere e accogliere la storia di un ragazzo che si è perso durante il suo viaggio.

Nell’immaginario creativo di Yōzo, le frange diventano margini sfilacciati dell’identità, punti di rottura dove si perde la consapevolezza di chi si è; dove si è costretti a indossare una maschera per paura di mostrarsi. Le griglie, nate dalla decolorazione, rappresentano le gabbie sociali da cui le emozioni cercano di evadere. I fiori: ricamati, stampati, impressi, sono tracce emotive, fragili e ostinate, che cercano ascolto.

Le forme della collezione costruiscono un guscio, uno scudo silenzioso che protegge l’animo di Yōzo. Sono volumi che difendono, ma non nascondono: custodiscono il dolore, lo incorniciano, gli danno spazio. Anche i cappelli, che avvolgono il volto come un riparo, raccontano questa dualità: realizzati in giunco, rivelano nella loro apparente forza una profonda fragilità.

I tessuti termosensibili diventano il simbolo di una richiesta più profonda: la ricerca di un contatto autentico con il mondo esterno. Reagiscono al calore del corpo, come se solo attraverso la presenza dell’altro potessero rivelarsi. Sono superfici che si trasformano solo quando l’invisibile, la nostra esistenza, il nostro bisogno di connessione, incontra un contatto.

La palette cromatica si ispira alle emozioni vissute da Yōzo nel suo percorso interiore: il blu rappresenta il distacco spirituale, il desiderio di elevarsi; il grigio è l'immobilità, la neutralità che toglie voce.

Yōzo è un corpo che si scopre, che si racconta, che si rompe per esistere. Perché, nel silenzio che ci accomuna, Yōzo siamo tutti noi.