Cervelli alle Sfilate. Renata Molho - Illustrazione di Anna Higgie • Camera Nazionale della Moda Italiana

Cervelli alle Sfilate. Renata Molho - Illustrazione di Anna Higgie

Cervelli alle Sfilate. Renata Molho - Illustrazione di Anna Higgie

Nell’attesa di Milano Moda Donna, che inizia il 19 Febbraio, alcuni dei nostri preferiti analisti di stile ci raccontano cosa hanno visto alle ultime sfilate e presentazioni delle collezioni Uomo. 3 compendi: prima Renata Molho, pensatrice e giornalista, autrice di Essere Armani, la prima e ad oggi unica biografia sullo stilista.

 

Se tutti quei passi, quel grande andirivieni di uomini che arrivano da ogni angolo di mondo e percorrono chilometri senza mai raggiungere una meta, potessero  essere guardati in successione, in una ipotetica e infinita sequenza di immagini alla Muybridge, le sfilate milanesi risulterebbero più interessanti di molti saggi di antropologia contemporanea. Perché, oltre alla evidente prevalenza di capacità sartoriali e di sensibilità estetica che restano un patrimonio indiscusso dell’Italia, ciò che ancora una volta, appare evidente, è una propensione spontanea al pensiero. Che sia al suono dell’ultimo dj all’avanguardia o sulla musica di Tchaikovsky, che si contestualizzi la collezione con scenografie faraoniche o si scelga la via della sobrietà e del risparmio, in scena va l’introspezione, prima ancora del prodotto. A gennaio sono state rappresentate tutte le identità maschili possibili, si è ripercorsa la storia e viaggiato negli spazi siderali, si è guardato al dettaglio, scegliendo il linguaggio più tradizionale del guardaroba, proprio  per dimenticarsi del vestito stesso,  o si sono azzardate ipotesi e soluzioni audaci, ma ogni cosa era il risultato di un’ analisi   sociologica acuta, anche quando inconsapevole e frettolosa. La spettacolarità, a differenza  di quanto succede negli altri Luoghi della moda, ha sempre radici e caratteristiche intime. Questa è la grande forza del palcoscenico milanese: una sorta di individualismo snobistico e rischioso che però, essendo endemico e costante nel tempo, sta assumendo i connotati di un vero progetto. Gli stucchi e i palazzi d’epoca fanno da contorno, la tensione al nuovo per il nuovo o all’esotico fine a se stesso stanno lasciando il posto a una consapevolezza maggiore dei propri talenti. Quindi, tutti on the road, con cappotti dai grandi volumi e nei tessuti più nobili, vestiti di grigio antracite, rosso pomodoro o verde ramarro, sappiamo che la risalita è faticosa, ma sappiamo anche che  la capacità di cogliere le sfumature dei nuovi comportamenti è  sostanziale e che rappresentare in tessuto un sentimento resta un elemento molto più incisivo  che indovinare la lunghezza del rever.  La tendenza dunque? La rilassatezza e una certa adesione alla propria personalità. Gentiluomini di campagna, ribelli e inquieti cavalieri urbani, astronauti o samurai, usare la moda per capirsi meglio.