“B.M. BEPPE MODENESE, MINISTER OF ELEGANCE” • Camera Nazionale della Moda Italiana

“B.M. BEPPE MODENESE, MINISTER OF ELEGANCE”

“B.M. BEPPE MODENESE, MINISTER OF ELEGANCE”

“Sono un provinciale…”, è strano pensare che inizi così il racconto della vita di uno dei personaggi italiani più noti e stimati all’estero. “B.M. Beppe Modenese, minister of elegance” è il volume con cui Skira celebra il presidente onorario della Camera Nazionale della Moda Italiana, una testimonianza preziosa che raccoglie il contributo di addetti ai lavori, ma soprattutto le parole di Modenese che ricostruisce, ripercorrendo la sua storia, quella della nascita della moda italiana.

 

Franca Sozzani ne ricorda il vezzo da dandy delle calze rosse e i modi da gentlaman, Suzy Menkes lo definisce il “maestro della moda milanese”, John Fairchild sentenzia come l’italia sia stata fortunata ad averlo come “primo ministro della moda”, Cunaccia ne apprezza particolarmente la capacità di trarre dalla sua memoria gustosi ed improvvisi aneddoti, mentre Robera Filippini cita quella pagina del “Women Wear Daily” del 1983 che lo definì appunto “Italy’s Prime Minister of Fashion”, titolo che un anno prima gli aveva attribuito anche Adriana Mulassano e che oggi è scolpito a chiare lettere sulla copertina di questo volume.

 

Alla sezione “Hanno detto di lui…” seguono altre quattro parti. Il racconto autobiografico raccolto dalla giornalista Roberta Filippini, l’intervista al compagno di una vita Piero Pinto, delle riflessioni sulla moda a cura di Giulia Crivelli e una ricca galleria fotografica che farebbe invidia agli archivi di qualsiasi prestigiosa rivista, tale è infatti è la portata di ricordi personali di Beppe Modenese, immortalato accanto a personaggi internazionali come Diana Vreeland, agli attori del Made in Italy con cui ha costruito un’importante pagina della storia della cultura: da Irene Galitzine, Valentino, Mila Schon, Gianni e Donatella Versace,  Giorgio Armani, Krizia, Ferrè,  Ottavio Missoni.

 

Una bella storia italiana fatta di gavetta, spirito d’iniziativa, la giusta dose di incoscienza e tante intuizioni. Abbandonata la facoltà di Economia e commercio di Torino (Modenese è infatti originario di Alba), il giovane Beppe si è avvicinato al mondo delle pubbliche relazioni, che nel suo caso però acquistano un significato del tutto speciale, per caso. Trasferitosi a Milano nel 1952 finisce per lavorare come vendeur nel negozio Il Ridotto, uno spazio di via Montenapoleone in cui Olga di Gresy e Giovanni Battista, raccolgono antiquariato, artigianato, arte contemporanea e moda; nel 1954 incontra  Piero Pinto, da cui non si separerà più, sarà sempre al suo fianco anche nei tanti viaggi che lo porteranno in giro per il mondo, dove sarà sempre ambasciatore della moda italiana. La prima ad affidargli le pubbliche relazioni fu la regina delle pellicce Jole Veneziani, amatissima dalla borghesia milanese, un mondo tanto all’avanguardia per il giovane Modense che ne rimaneva fortemente stimolato, cominciando così a costruire quella lunga catena di conoscenze e di legami.

 

Una breve parentesi televisiva, nella trasmissione “Vetrine”, in cui si occupava di antiquariato e moda, gli valse tanta notorietà, i viaggi a Parigi durante le sfilate gli fruttarono la conoscenza di stilisti e direttori di azienda, la scoperta degli Stati Uniti ampliò invece i suoi orizzonti. Consulente di grandi aziende, consigliere fidato di molti stilisti, come l’amica Laura Biagiotti, il suo nome divenne sinonimo di certezza per tutti coloro che avessero degli interessi nel mondo della moda.

 

Nel 1968 organizzò ModaParma, la prima di una lunga serie di esperienze fieristiche. Infatti il grande merito di Beppe Modense è stato quello di avere contribuito come pochi altri alla costruzione del sistema moda italiano, ed in particolare di quello milanese. Il capoluogo lombardo, alla fine degli anni ’70 era diventato un fiorente centro di creatività grazie a numerosi giovani di talento: accanto ai già consolidati Missoni c’erano Krizia, Walter Albini, Cadette con Franco Moschino, Giorgio Armani e Gianni Versace. Mancava però una visione di insieme e fu proprio Modenese a dargliela il 3 ottobre 1979, dopo svariati tentativi, con la nascita del Centro Sfilate che poi diventerà Milano Collezioni. E quello fu solo l’inizio. Dal 1987 al 2003 con lo Studio G.M. si è occupato dell'ufficio stampa, le pubbliche relazioni e l'organizzazione di eventi della Camera Nazionale della Moda Italiana, ed in particolare per le manifestazioni Milano Moda Uomo, Milano Moda Donna e Roma Collezioni Alta Moda.

 

Un racconto che vale la pena di essere scoperto pagina dopo pagina e che si conclude con un insegnamento che invece, soprattutto i giovani, dovrebbero scolpire a chiare lettere nella propria mente: “La moda non può mai fossilizzarsi, non può vivere sugli allori, non può accontentarsi di nostalgie”.

 

Andrea Vigneri