A-LAB MILANO – UNA FACTORY MADE IN ITALY • Camera Nazionale della Moda Italiana

A-LAB MILANO – UNA FACTORY MADE IN ITALY

A-LAB MILANO – UNA FACTORY MADE IN ITALY

Dell’originario gruppo di ragazzi che lavoravano ad A-Lab Milano oggi resta solo il nucleo fondamentale rappresentato da una coppia di creativi: Alessandro Biasi e Simona Costa, ma di quell’impianto iniziale che considerava questo brand come una vera factory in cui idee diverse e lontane si incontravano per fondersi ne è rimasto appunto lo spirito. La loro attività inizia nel 2006, ma è nel 2008 che viene costituita la società WHT che gestisce il marchio dopo i primi importanti successi, su tutti la partecipazione alla Toronto Fashion week nel 2007. Da lì è una continua crescita che porta le creazioni di A-Lab in giro per il mondo: nel 2007 sfilano a Milano Moda Donna in quanto selezionati per il Fashion Incubator, il progetto dedicato ai giovani talenti promosso dalla Camera Nazionale della Moda Italiana; nel 2010 partecipano alla Berlino fashion Week e nel 2011 alla Georgia Fashion Week ed espongono le loro creazioni per Vogue Talents a Milano nella splendida cornice di Palazzo Morando; nel frattempo non trascurano importanti collaborazioni legate ad iniziative benefiche come “One t-shirt per Tahiti” accanto a Luisa Via Roma e “Il caftano delle Regine” a fianco di AMREF. Il loro lavoro segue un sentiero ben preciso che da una parte tiene conto della moda mainstream, dall’altra l’ambiente di blog e riviste di nicchia, di mezzo la dedizione assoluta per il Made in Italy. Non a caso il logo del brand è simile ad un timbro postale, una sorta di certificazione della qualità dei loro capi, la lettera A deriva appunto da Alessandro che ne è l’art director, “Lab” è l’abbreviazione di laboratorio, concetto chiave per comprendere il loro lavoro. Dal punto di vista stilistico in poche stagioni sono riusciti a creare un codice preciso che li identifica, degli elementi di riconoscibilità come le forme scultoree, la propensione ad arricchire sempre la parte frontale degli abiti e lasciare liscio il retro, un gusto per le stampe astratte e caleidoscopiche rese particolarmente contemporanee grazie alle stampe digitali. La donna a cui dichiarano di rivolgersi è un carriera, attenta alla moda ma non in modo passivo, deve amare la ricerca per potere apprezzare i dettagli che compongono gli abiti di A-Lab, non a caso tra le ammiratrici vi è la top mode Eva Riccobono. La collezione autunno/inverno 2012-13 vive di suggestioni diverse: il dark e il medioevo giapponese, forme androgine e rigide di cappotti  e tailleur e poi romantico pizzo per dettagli che si ispirano al mondo della lingerie; e accanto al nero c’è anche tanto colore: beige, marrone, ocra e giallo, le stampe, come di consueto hanno un’importanza fondamentale e sembrano quasi le raffigurazioni di antichi libri giapponesi che raccontano storie avventurose e misteriose, proprio come la collezione e il mondo di A-Lab.

 

Andrea Vigneri