IVAN BONTCHEV, RIFLESSIONI DA STYLIST • Camera Nazionale della Moda Italiana

IVAN BONTCHEV, RIFLESSIONI DA STYLIST

IVAN BONTCHEV, RIFLESSIONI DA STYLIST

Ivan Bontchev è nato a Sofia in Bulgaria, ma la sua passione per la moda l'ha condotto a Milano dove è cresciuto professionalmente al punto di diventare uno dei giovani stylist più apprezzati, e tra le riviste con cui collabora vi sono l'edizione italiana e francese di "L'Officiel Hommes", "Max",  "Hero Zine", "Urban Magazine". Il suo lavoro implica, stagione dopo stagione, una riflessione sul senso della moda, la sua evoluzione, ma anche sulle aspettative del pubblico e le necessità della società; essere un ossservatore privilegiato di tutto ciò rende il suo punto di vista piuttosto interessante.


Come sei diventato stylist?


Sono Bulgaro ed è lì che ho cominciato. Ho fatto un colloquio di lavoro per un magazine indipendente di Sofia chiamato "Edno" (a.k.a. "Uno" in bulgaro) per un posto come fashion assistant. Sono piaciuto al direttore artistico, così dopo un po' mi ha dato l'occasione di realizzare qualcosa per il magazine. Non ho mai fatto nessun training ufficiale, ho dovuto quindi imparare tutto da solo ed è così che mi sono innamorato dello styling.
Quando mi sono trasferito a Milano avevo già un portfolio con progetti editoriali, ma non andava bene per il mercato italiano. Ho dovuto quasi ricominciare da capo, ma ha funzionato. Ho cominciato a lavorare per “Slurp Magazine”, dopo è arrivato il mio primo lavoro come assistente per “L’uomo Vogue” sotto la guida di Claudia Gastaldi e da lì sono andato avanti.


Lungo il '900 la moda è stato un linguaggio rivoluzionario che ha segnato contestazioni e lotte contro le convenzioni sociali, oggi cosa credi che esprima?


La moda è uno specchio che riflette il clima culturale della società e sarà sempre così. Nel passato il suo linguaggio era più scarno, quindi più concreto. Oggi si è arricchito grazie a differenti fattori e dinamiche, diventando così molto più universale. La moda oggi non tende ad educare, come faceva nel passato, ma a sfidare.


Ci sono delle icone di stile del passato e dei giorni nostri che ispirano il tuo lavoro?


Certo, entrambe. Ultimamente sto ritornando al vecchio folklore e ai costumi nazionali dei Balcani, la terra da cui provengo. Specialmente gli abiti tradizionali sono sempre stati per me oggetto di forte interesse.


Quali direzioni ti sembra stia prendendo la moda maschile?


Penso in generale che sia la moda maschile sia la moda femminile si stiano muovendo verso tendenze liberali. In tempi difficili la moda è sempre diventata più audace, come un santuario per sogni e libertà di espressione. Al giorno d'oggi la gente ha bisogno di questo, così da poter continuare a credere in un futuro migliore. E' più difficile spezzare la rigidità della moda maschile per renderla più frivola, ma le ultime stagioni hanno mostrato dei passi verso quella direzione. Un mix di un nuovo abbigliamento formale con un’estetica propria dello sportwear, con anche qualcosa della couture silhouettes, se vogliamo. Per questo credo che nel giro di qualche anno la moda maschile si svilupperà in qualcosa di più audace, pur mantenendo la sua base classica.

 

 

Andrea Vigneri