Corto o lungo, è l'abito che domina MILANO MODA DONNA 24 SETTEMBRE 2011 • Camera Nazionale della Moda Italiana

Corto o lungo, è l'abito che domina MILANO MODA DONNA 24 SETTEMBRE 2011

Corto o lungo, è l'abito che domina MILANO MODA DONNA 24 SETTEMBRE 2011

Consueta “Colazione da Bottega Veneta” per la quarta giornata di MILANO MODA DONNA. Thomas Mayer ha presentato una donna sicura e metropolitana. Forme semplici e lunghezze castigate. Gonne longuette, biker essenziali e abiti a tubino, con scollo a v oppure monospalla. Sono le costruzioni a fare la differenza. Abbinamenti di tessuti haute-couture, tele tecniche e pelle. Le stampe marmoree passano dal pervinca all’indaco, dall’azzurro intenso al verde sottobosco, su base nera. Notevoli gli abiti colorati e sfumati in chiffon, molto femminili, declinati nelle tinte calde dei rossi e degli aranciati.

Minimal-zen la sala total white di Jil Sander. L’attesa del pubblico palpabile. La sfilata si apre sulle note dell’elettronica sofisticatezza di “Love On The Beat” di Serge Gainsburg. Poi, l’apparizione di modelle algide ed eteree, vestite di rigore e decisione. Gonne sotto al ginocchio o midi, abiti camicia, scolli rotondi, bermuda, velette. Il colore di riferimento è senza dubbio il bianco ottico che apre e chiude la sfilata. Non mancano i colori mat: verde abete, rosa ciclamino, giallo acido. Inaspettata la scelta della stampa disegno cachemire e degli scozzesi, depurati e semplificati nelle declinazioni del bianco+nero, verde+giallo acido, glicine+celeste. Le calzature sono morbidamente squadrate, sia nelle punte che nei tacchi. Finale con ovazione per le ultime uscite: le “spose vergini”: abiti bianchi con gonna a ruota, vita sottolineata e scolli a camicia. Applausi meritati per Raf Simmons anche da parte di una compiaciuta Anna Wintour.

Iper femminile e di richiamo anni '20 la donna Emporio Armani. Tailleur pantalone, abiti morbidi, gonne tre quarti scostate dal corpo. Volumi fluttuanti, semi-trasparenze, bordature e incroci di tessuto. Tutto bianco e nero. Conferiscono forza i cappelli con tesa.

Capolavoro cromatico quello di Biancamaria Gervasio per Mila Schon che sfila presso il Circolo Filologico. Palette di colori saturi, scientemente accostati: light corallo+becco d’oca, nocciola+cipria, giallo sole+petrolio. Ispirazioni europee e orientali con equilibrio armonico di linee e concetto. I capi si sviluppano tra petali di tessuto impalpabile, pieghe precise e motivi grafici. Gonne pantalone, abitini trapezio, sandali con tacco a cono e, per i capelli, divertenti cerchietti oversize.

Vagamente “gipsy” la donna Emilio Pucci. Ampi gonnelloni semitrasparenti e stampati sui toni del nero e del rosso rubino; i temi, tribali e jungle, non ricordano il classico Pucci, ma hanno comunque solidità e senso. I top corti e le spalle spesso scoperte mettono in risalto il rosario con crocifisso girato più volte intorno al collo delle indossatrici.

Rivisitazione del concetto uomo/donna per Ter Et Bantine, dove l’immaginario femminile è suggerito da forme anni ’50 quasi couture, declinate su capi di stampo maschile. I blazer da uomo fanno da mini-dress e i pantaloni con rovescia, le camicie sblusate e le gonne ampie sono i capisaldi della collezione. Ecru, fango, calce e argilla i colori che ruotano attorno al blu . Di rottura le stringate color evidenziatore.

Silvio Betterelli, nella sala Pirelli di Palazzo Clerici, una delle location di Camera Nazionale della Moda Italiana, presenta una collezione oculata e mai eccessiva. Le linee semplici definiscono la silhouette e i drappeggi conferiscono volume. Stampe di fiori spinosi, micro, macro e abbinati; nero, cipria, bordeaux+panna, cioccolato+nero, nero+verdemare, panna+fragola. “Datemi Un Martello” in versione ghost track la colonna sonora.

Anche da Frankie Morello le musiche scelte per scandire lo show la dicono lunga: “Ma…Cos’è Questa Crisi” di Rodolfo De Angelis ad aprire e “C’è Crisi” di Bugo in chiusura. In contrapposizione la donna che i due stilisti presentano è irriverente e spensierata, a sottolineare lo sguardo positivo al futuro. Le meraviglie storiche e artistiche che l’Italia possiede diventano il tema di collezione. E’ così che i nostri “David di Michelangelo”, “Colosseo”, “Torre di Pisa” e “Duomo di Milano” diventano stampe, orecchini, pochette e cappelli scultura: “Souvenir d’Italie”.

Iacopo Crudeli