Prada: anni '50 con ironia - MILANO MODA DONNA 22 SETTEMBRE 2011

L'ultima di D&G, Fendi, Scervino, il ritorno di Genny, Jo No Fui, e il gran finale in Via Fogazzaro.
La seconda giornata di MILANO MODA DONNA si è aperta con la donna sobria ma decisa di Max Mara. La storica Maison della famiglia Maramotti compie 50 anni e presenta in passerella una palette di colori quasi neutri, nelle nuances dei bianchi, sabbia, coloniali, con dei tocchi di acquamarina tenue e nero. Le linee sono rigorose, quasi grafiche, la silhouette femminile è depurata al massimo. Pantaloni, longuettes, camicie e giacche seguono naturalmente la forma del corpo: “per una donna a cui piace essere guardata, ma non indicata”.
Le fashion editor più influenti del pianeta si sono poi spostate nella maison Fendi, dove Karl Lagerfeld e Silvia Fendi Venturini hanno fatto sfilare, a tempo di musica “drum and base” mixata a Ornella Vanoni, con la sua “Sono Triste”, donne arrivate del futuro, ma molto coscienti di quello che sono stati il passato e soprattutto il presente: chiome cotonate in un casco ellittico di capelli e maxi occhiali trasparenti, come se fossero appena uscite da un fumetto o da un viaggio in spider. La collezione, invece, ha richiami di gusto anni ’60, con camicie, gonne e abitini realizzati in popeline da camiceria nei colori celeste Oxford e bianco a righe medie color grigio pomice. Il tutto reso particolare da tagli e intrecci che hanno reso l’effetto finale quasi geometrico. Non sono mancate le pellicce estive, presentate nei colori pavone, arancio e viola. Si è vista anche la renna color biscotto, traforata a petit-pois e, infine, per la sera, total black, lucentezze e trasparenze per gli abiti di stampo haute-couture, lavorati con ricami e intrecci di tessuto, molto simili alla scultura basso-rilievo. Capolavori.
Bellissima anche la donna di Ermanno Scervino, che sulle note di Amy Winhouse e Raphael Gualazzi sfila in passerella con un look che richiama le forme degli anni ’40. Gonne midi a vita alta, aderenti al corpo, ma svasate o drappeggiate nella parte bassa, maglioncini tricottati a rete, spolverini lavoratissimi e femminili, ma costruiti su forme e dettagli ultra tecnici. Le lavorazioni sono davvero ricche e complesse: ricami a motivo paisley in pizzo su trasparenze in tulle, traforature che declinano al pizzo. Le scarpe e le borse in color cuoio e plastica trasparente. Panna, azzurro, declinazioni del verde e terra di Siena i colori prescelti.
Total look la collezione D&G. Ogni pezzo, dagli abiti alle gonne, dalle scarpe ai 5 tasche, le camicie e i top, tutto realizzato in seta foulard: le stampe, coloratissime, sono matchate e unite nei modi meno ortodossi, ma con un risultato estremamente convincente. Staffe oro e rosso settecentesco, optical, fiorito, paesaggi e iconografie, uniti insieme dall’estro di Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Era, quella di oggi, l'ultima sfilata del marchio D&G, che sarà assorbito dal marchio Dolce&Gabbana. I due stilisti si sono detti felici in questo momento che definiscono come un nuovo inizio.
Grande rilancio per il ritorno del marchio Genny, simbolo della donna chic degli anni ’90, creata da Donatella Girombelli e riproposta, oggi, sotto la direzione creativa del giovane Gabriele Colangelo.
Le forme dei capi rendono omaggio all’archivio storico della maison: tailleur pantalone-palazzo, mantelle, gonne al ginocchio e abiti caratterizzati da morbidezza e pulizia; i colori sono l’ocra, l’azzurro elettrico e il senape. Molto bianco e stampati geometrici. Scarpe e borse in cuoio con dettagli rigidi in metallo oro. Divertenti le cinture con cursore e cerniera metallica, il lurex lavorato a nido d’ape e l’uso del cavallino in estate. L’evento è stato ripetuto più volte di seguito, per permettere a tutti gli invitati di godere della location d’eccezione, spettacolare, ma limitata negli spazi: l’Arengario di via Marconi, con vista mozzafiato su Piazza Duomo.
Brillante e vivace Jo No Fui, che ha giocato con stampe graphic jungle su tessuti leggeri, kaftani eterei, mini-dress con fantasie tropicali tempestati di gocce oro simil-borchie, tutto ben stylizzato in un sofisticato mood '70.
Finale con il botto negli spazi di via Fogazzaro per Prada. Tutto il fashion system mondiale si è riunito per osannare la signora Miuccia, che ha presentato, nella consueta sorpresa generale, una collezione ispirata agli anni ’50, in stile “American Graffiti”. Tantissimo plissè per le gonne alla Marylin, in chiffon, ma anche in pelle stampata con immagini di auto americane d’epoca, caban in tessuto tecnico, ricamati ad uncinetto sulla parte anteriore, applicazioni di roselline, top a fascia e longuette in pelle con elastico increspato in vita, costumi castigati quasi a culotte. Stampe fumetto, colori pastello, uniti ad applicazioni fiammeggianti che ricordano i fregi sulle carrozzerie delle Mustang americane. Cenni di rosso, di bordeaux e di mattone. I sandali con tacco a spillo e applicazioni sul retro a forma di fiamma lasciano sine verbis.
Ampiezze, volumi e shantung di seta cangiante da Albino. I colori sono l'ocra, il senape e le sfumeture del grigio e dei beige. Tocchi di azzurro e color pesca.
La giornata si conclude con lo show di Anteprima, che nella tensostruttura di piazza Duomo, allestita da Camera Nazionale della Moda Italiana, propone una donna dinamica e fresca. Le geometrie dei giochi di colore, si accostano a materiali tecnici, senza tralasciare il lato romantico concesso dai ricami floreali total white e dalle trasparenze appena accennate.
Iacopo Crudeli