Intervista a Rosy Biffi. Illustrazione di Anna Higgie • Camera Nazionale della Moda Italiana

Intervista a Rosy Biffi. Illustrazione di Anna Higgie

Intervista a Rosy Biffi. Illustrazione di Anna Higgie

Una carriera che si è affinata nella ricerca dello stile e dell'innovazione. Rosy Biffi ha creato un marchio di riferimento, facendo delle sue boutique tra Milano e Bergamo un approdo imprescindibile per la moda italiana e internazionale. Dallo spazio fisico alla vetrina web, la selezione è sempre frutto di sensibilità e attenzione al prodotto.

Che cosa definisce l’approccio di Biffi allo stile?

La curiosità. La voglia di essere sempre all’avanguardia, mantenendo il nostro dna. Il desiderio di avere sempre il nuovo caratterizza il nostro lavoro.

Se l’e-commerce rende accessibili ovunque gli stessi marchi, la boutique tradizionale potrebbe diversificare l’offerta salvaguardando le specificità locali. La ritiene una possibile prospettiva di sviluppo?

Sicuramente l’e-commerce rende disponibili in tutto il mondo e contemporaneamente gli stessi marchi. Il ruolo della boutique multibrand tradizionale, a mio parere, deve essere valutato sotto due punti di vista. La magia del contatto diretto e del vivere l’atmosfera del negozio è insostituibile nell’esperienza d’acquisto. L’empatia che si crea varcata la soglia, il consiglio dell’addetto alla vendita, la sensazione non solo visiva ma anche tattile … non sono riproducibili nel web. D’altro canto, le boutique ormai portano la propria identità anche nell’e-commerce. E anche qui possono, a mio parere, trasmettere un po’ di questa magia e un’attenzione speciale e altamente personalizzata per il cliente. Una selezione personalissima e riconoscibile, sia di brand globalizzati che di nicchia, può creare una sorta di community che si riconosce in un certo lifestyle e che dialoga con noi, anche a distanza, ogni giorno con i nuovi mezzi tecnologici.

Spesso i giovani designer sono carenti di una visione imprenditoriale. Crede che i buyer possano svolgere un ruolo formativo nei loro confronti?

Il dialogo fra i giovani talenti e i buyer è della massima importanza. Noi d’istinto apprezziamo lo stile. Per i giovani è importantissimo avere tutte le informazioni sul mercato finale, sui nostri clienti, condividere la nostra esperienza. Le collezioni che vincono e rimangono sul mercato sono quelle che hanno identità e creatività, ma con un forte senso della realtà, indispensabile per lo sviluppo imprenditoriale.

Quando allestisce le vetrine pensa a una precisa tipologia di cliente o cerca piuttosto di assecondare lo spirito dei singoli capi?

Ogni vetrina è per me una scelta istintiva, che cerca di affascinare ed emozionare.

Cosa vorrebbe vedere nel futuro della moda, e della moda italiana?

Credo fermamente nell’Italia. Abbiamo davvero tutto, tradizione, creatività, senso estetico, grandissima imprenditoria. Possediamo una ricchezza che tutto il mondo ammira, unitamente ad una tradizione artigianale e sartoriale. Penso che tutti questi siano valori inestimabili, destinati davvero a fare la differenza. Dobbiamo semplicemente ricordarlo e fare squadra, ognuno nel proprio ruolo, verso uno stesso obiettivo finale.