Cervelli alle Sfilate. Gabriele Verratti - Illustrazione di Anna Higgie • Camera Nazionale della Moda Italiana

Cervelli alle Sfilate. Gabriele Verratti - Illustrazione di Anna Higgie

Cervelli alle Sfilate. Gabriele Verratti - Illustrazione di Anna Higgie

Nell’attesa di Milano Moda Donna, che inizia la prossima settimana, alcuni dei nostri analisti di stile preferiti ci raccontano cosa hanno visto alle ultime sfilate e presentazioni delle collezioni Uomo. 3 compendi: ecco Gabriele Verratti, contributor di Grazia.it e Icon Panorama. 

Il mascolino emerso dalle passerelle milanesi ha detto un secco no alle trovate carnevalesche dell'esibizionista insicuro, alla maschera dell'omologazione camuffata da ribellione, alla comunicazione di messaggi inesistenti. Perché se l'abito vuole uscire dai confini di taglio e tessuto e farsi simbolo e rappresentazione del sé in ambientazione collettiva, allora prima del guardaroba vale sempre l'imperativo delfico: conosci te stesso. La rima semplice e complessa di una camicia bianca e di una giacca squisita, il sartoriale alla maniera degli italiani che smorza la norma in irresistibile compiacimento, l'eccellenza del manufatto, soffi di modernismo che attraversano come brezze la tradizione, un cappotto che si ammanta nel lusso stentoreo della pelliccia. Sì dunque al rigore e alla disciplina, ma con licenza di eccentricità, consapevolezza di gusto e sprezzo di imposizioni perbeniste. Non è facile in un mondo assordato dalle urla rieducare l'orecchio al sussurro, prestando attenzione a chi scandisca con cura parole e significati. Non è facile nella proliferazione d'immagine a buon mercato scalfire la noia di gesti assunti per imitazione, riadattando l'espressione personale alla misura del proprio sentire. Non è facile cavalcare le novità della rivoluzione digitale e resistere ai sensazionalismi, avallando un'informazione che si adagia sulla pelle delle cose piuttosto che mordere l'osso di una verità da riconoscere, proteggere e meditare. Non è facile, ma è necessario - e in questo sforzo oggi si riassumono tutta l'eleganza e l'aristocrazia possibili. Mai come di questi tempi la moda invoca un silenzio che faccia nascere nuove armonie, una riflessione che esca dal chiacchiericcio degli addetti ai lavori. Ognuno ha la responsabilità di essere quello che è davvero, rafforzando l'identità anche a costo di rinunciare ai consensi. E Milano della crisi deve approfittare con intelligenza. Per tornare a conoscersi e inaugurare una nuova stagione fatta di gentilezze, culto della competenza, pause e ripensamenti, dignità che valorizzi al meglio ogni bellezza, al posto di anacronistiche autoincensazioni.

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