Intervista ad Antonio Marras - Illustrazione di Leonardo Floresvillar • Camera Nazionale della Moda Italiana

Intervista ad Antonio Marras - Illustrazione di Leonardo Floresvillar

Intervista ad Antonio Marras - Illustrazione di Leonardo Floresvillar

Non abiti, ma racconti da interpretare secondo l'estro personale. Perché l'opera di Antonio Marras è una sfida all'omologazione e un antidoto alla regola che annoia. Classe 1961, tenacemente legato alla sua Alghero anche quando da direttore creativo di Kenzo l'avrebbero voluto a Parigi, il più lirico dei designer italiani si esprime sullo stile e sui possibili scenari della moda al futuro.

 

L'evento più radicale che ha inciso sull'immaginario stilistico degli ultimi anni.

 

La filosofia di Comme des Garçons ha universalmente influenzato lo stile di chiunque.

 

Conosci te stesso e vèstiti di conseguenza. È una massima che sente di condividere?

 

Vestiti come ti pare e conosci te stesso di conseguenza.

 

L'avvento del fast fashion ha esasperato i ritmi di lavoro dei designer, costretti talora a produrre dodici collezioni in un anno. Non si sta esagerando?

 

Sì! Si sta esagerando. Quando il lavoro diventa routine, quando si lavora a cottimo si rischia di perderne il controllo, con tutto quello che ne consegue. È il mercato bellezza. È il mercato!” - verrebbe da dire, parafrasando Humphrey Bogart.

 

Le regole del commercio impongono tendenze effimere, eppure i suoi abiti resistono oltre le stagioni. Essere autentici paga sempre?

 

Non so. Ognuno è come è.La moda è lusso, seduzione, identità, novità, modernità, arte, ideale di vita, tentativo di trarre il poetico dal quotidiano e l’eterno dal transitorio, trasformazione, apparenza, effimero, maschera, sdoppiamento ma soprattutto linguaggio, comunicazione, negazione di regole e principi codificati, tensione continua alla ricerca di un bello perennemente nuovo.

 

Cosa vorrebbe vedere nel futuro della moda, e della moda italiana?

 

Mi piacerebbe che si evitassero gli in e out per preferire lo Stile con la S maiuscola. Per Stile intendo qualcosa di innato, di personale. È la capacità di osare, naturalmente e liberamente, avere il coraggio di provare, sperimentare, trasgredire le regole, violare i codici, preferire alla norma lo scarto dalla norma, la devianza con un particolare anche piccolo, un punto, una virgola. Ha stile chi non teme che l’eccesso e l’eccentricità trionfino sulla piattezza e sulla banalità del vestire comune. Ha stile chi non si adegua ai dettami imperanti e cerca lo scarto, il contrasto, l’errore, il varco. Ha stile chi trova quel Je-ne-sais-quoi o quel presque-rien che è, in fondo, l’essenza di tutto. E in questo lo Stile Italiano è unico al mondo.