Intervista ad Antonia Giacinti - Illustrazione di António Soares • Camera Nazionale della Moda Italiana

Intervista ad Antonia Giacinti - Illustrazione di António Soares

Intervista ad Antonia Giacinti - Illustrazione di António Soares

Le vetrine del multimarca di via Cusani sono un sicuro riferimento di stile. Alla regia Antonia Giacinti, co-titolare con Maurizio Purificato di una vera istituzione dello shopping milanese. Eppure Antonia, che è anche responsabile del progetto Excelsior per il gruppo Coin, ha sempre preferito farsi chiamare per nome. Nel panorama della moda che cambia lei segue i suoi principi. Salvaguardando la tradizione del made in Italy e scommettendo senza paura sui talenti emergenti.

I grandi nomi del lusso puntano sempre più sul monomarca. Come cambia e si ridefinisce il ruolo del multistore in un panorama simile? 

Negli ultimi anni in Italia i multibrand sono cresciuti a dismisura; è una tendenza tutta nostra, soprattutto nelle province. Secondo me in realtà resteranno solo quelli presenti nelle grandi città, così come accade nel resto del mondo, con l’affermazione dei department stores che a loro volta attraversano una fase di autoselezione. Sono le aziende stesse che ce lo confermano: o i multibrand dimostrano di avere la capacità di rinnovarsi oppure i brand preferiranno aprire i propri monomarca, sia i grandi marchi che quelli emergenti. Per noi è una sfida continua; è un motivo di vanto avere il quadrilatero della moda a due passi, eppure riuscire a crescere continuamente con i nostri store. Ci vuole grande intuizione nel buying per riuscire in questo. Amiamo il nostro lavoro e lavoreremo sempre con l’amore per lo stile che è innanzi tutto individuale, mio per la donna e di Maurizio (il mio socio) per l’uomo.

Quanto conta essere i primi a scommettere su un marchio emergente? 

Il nostro punto di forza è un team di compratori molto competenti. Grazie al nostro successo non abbiamo difficoltà ad avere nel nostro store un nuovo marchio. Siamo orgogliosi dell’autorevolezza che abbiamo costruito, e grazie alla nostra filosofia di mix and match possiamo alternare i marchi storici con le nuove linee. Per questo la nostra clientela ci apprezza. Sono tanti gli emergenti che abbiamo portato sia da Antonia che da Excelsior; ci piacerebbe avere molti più giovani designer italiani!

Il cliente italiano ha un gusto identificabile che lo differenzia in qualche modo da quello estero?

In media il cliente italiano viene riconosciuto come raffinato e di buon gusto. La media del cliente estero è un po’ meno sofisticato, ma abbiamo molti clienti top che sono davvero molto eleganti, e spesso anche lievemente più eccentrici.

L'e-commerce: un concorrente o una risorsa da affiancare alla tradizionale esperienza d'acquisto?

Crediamo che in futuro resteranno soltanto i grandi portali di e-commerce oltre ai siti monomarca e quelli dei grandi department stores. Non ci siamo voluti buttare da subito neanche nei social network ma lo faremo: ci sono molti clienti di elevato livello che viaggiano poco, ma ci conoscono e sono affezionati a noi e non possiamo non accontentarli.

Cosa vorresti vedere nel futuro della moda, e della moda italiana?

Vorremmo vedere più glamour, più eventi post sfilata, più installazioni d’arte. In poche parole vedere un’orgogliosa ripresa dello stile italiano; abbiamo tanta voglia di italianità e ce lo meritiamo: siamo ottimi artigiani e abbiamo un gusto inequiparabile che tutto il mondo ci riconosce. Dovremmo essere forse un po’ più “aggressivi”.