Intervista ad Angela Missoni - Illustrazione di Anna Higgie • Camera Nazionale della Moda Italiana

Intervista ad Angela Missoni - Illustrazione di Anna Higgie

Intervista ad Angela Missoni - Illustrazione di Anna Higgie

Patchwork e geometrie di colori, suggestioni etniche e astrattismi déco. Tanto belli da finire nella collezione permanente del Moma di New York. La maglieria di Missoni è un riferimento di stile in tutto il mondo. E Angela, alla direzione creativa del marchio dal 1996, ha saputo raccoglierne l'eredità con passione e talento innovatore.

La bellezza autentica interpreta lo spirito del tempo. È una definizione che sente di condividere?

La concezione formale, estetica della bellezza muta conformemente allo spirito del tempo. Non ritengo pertanto che sia quella l'autentica bellezza, che reputo invece un attribuito intrinsecamente legato all'essenza dell'essere, al suo proprio spirito, alla sua intelligenza e alla sua personalità. L'autentica bellezza è dunque transepocale, mentre databile è la bellezza connessa con l'esteriorità e l'apparire.

Da dove nasce l'ispirazione?

L'ispirazione ha origini imprevedibili: è un'esperienza o un ricordo che affiora, un film, una fotografia o un'opera d'arte, un'immagine, un suono o un colore, un viaggio o una veduta. È una concatenazione di suggestioni, un ridisegno creativo fantasioso imprevedibile e/o inusitato del conosciuto. Il mosaico d'immagini che compone il board di un fashion designer rispecchia in fondo il suo processo mentale, il processo spesso non lineare delle sue associazioni.

Grandi marchi hanno firmato collezioni per importanti catene low cost. Come giudica queste collaborazioni?

Positivamente per il risalto che danno ai brand, li ritengo ottimi mezzi di comunicazione e divulgazione della moda. 

Essere donna nel lavoro. Ci sono ancora stereotipi e sfide da affrontare?

Gli stereotipi tristemente permangono e molte sono ancora le sfide da affrontare, ma le donne paiono determinatamente proiettate nel futuro e certo, soprattutto nell'arco degli ultimi quarant'anni, hanno affermato il loro talento e consolidato il loro potere nel mondo del lavoro. Ritengo comunque che nulla vada dato per scontato, una maggiore informazione ne può indispensabilmente accrescere la consapevolezza. E resta auspicabile la creazione e applicazione di leggi che ne tutelino i diritti nella vita e sul lavoro.

Cosa vorrebbe vedere nel futuro della moda, e della moda italiana?

Coalizione, comunità d'intenti, complicità. Più spazio alle idee e iniziative delle nuove generazioni. Maggiori iniziative e strutture che agevolino l'interazione, la consultazione, lo studio del mondo della moda, un sistema molto più complesso e articolato di quel che non si immagini dall'esterno, che dovrebbe condividere e lasciare in eredità ai più giovani il suo patrimonio di esperienze e competenze.